Chi ha un mutuo a tasso variabile negli ultimi tempi non può che essere contento della scelta fatta. L’Euribor – il tasso a cui sono agganciati la maggior parte dei finanziamenti a tasso variabile nel nostro Paese – continua infatti la sua caduta libera. Dopo essere entrato in terreno negativo già qualche mese fa, adesso ha toccato anche il minimo di -0,1 %, rompendo per la prima volta la soglia dei decimi.

Il tasso variabile è dato dalla somma dello spread (il differenziale applicato dalle banche e che corrisponde al suo guadagno) più un parametro di riferimento, che può essere dato dal tasso Bce (anche quest’ultimo bassissimo) o, nella maggior parte dei casi, dall’Euribor. Sono ormai diversi mesi che l’Euribor è negativo, ma adesso il parametro a un mese (calcolato sulla base di 365 giorni) ha addirittura toccato la soglia dei decimi, arrivando a 0,01 %.

Cosa accadrà a chi ha un mutuo a tasso variabile?

Secondo un’analisi di Vito Lops per il Sole24 ore, se si ipotizza uno spread dell’1,5 % il tasso finale sarebbe dell’1,4 %, perché si dovrebbe sottrarre lo 0,1 di Euribor. Il risparmio sarebbe, per un mutuo di 20 anni, di circa 10 euro al mese e 120 euro l’anno. Peccato però che molte banche siano corse ai ripari inserendo delle clausole che in caso di parametro negativo, impediscono una sottrazione algebrica. Un escamotage che fino al momento non ha suscitato particolari polemiche considerando che si trattava pur sempre di pochi centesimi. Ma adesso che si è entrati nel campo dei decimi, la musica potrebbe cominciare a cambiare.

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